Stop Hate for Profit è il nome della campagna di boicottaggio Facebook messa in campo da diversi marchi. L’obiettivo? Spingere il social di Mark Zuckerberg ad un intervento concreto contro hate speech e razzismo. In che modo? Bloccando gli investimenti advertising sulla piattaforma. Nel nutrito elenco troviamo brand del calibro di Coca-Cola, Verizon, Starbucks e The North Face.
Stop Hate for Profit, i marchi che partecipano al boicottaggio Facebook
Il boicottaggio di Facebook conta più di 200 aziende, un numero che cresce di giorno in giorno e che preoccupa sempre più Mark Zuckerberg. Il fondatore del movimento è Jim Steyer di Common Sense Media. Tra le finalità del boicottaggio Facebook c’è anche quella di spingere le autorità europee a rendere più rigide le norme relative alla disinformazione online, tematica di cui si è parlato a Bruxelles proprio ad inizio giugno 2020 dopo la pandemia Covid-19.
Facebook ha dichiarato che segnalerà con un’etichetta i post dei politici falsi, discriminatori o con contenuti ingannatori, ma senza eliminarli. Inoltre ha anche dichiarato che creerà un alert per le notizie vecchie di oltre 3 mesi.
Ecco i più grandi marchi coinvolti nel boicottaggio Facebook:
- Adidas
- Beam Suntory
- Gelato di Ben & Jerry (di proprietà di Unilever)
- Blue Shield of CA
- Chobani
- Clorox (di proprietà di Proctor & Gamble)
- Coca Cola
- Marchi ConAgra
- Denny
- Diageo
- Eddie Bauer
- Edgwell Personal Care (possiede Schick, Playtex, Wet Ones)
- Eileen Fisher
- Ford Motor Company
- Hershey
- Honda Motor Company
- HP
- Levi Strauss
- Magnolia Immagini
- Microsoft (spese in sospeso a maggio)
- Mozilla
- lato nord
- Patagonia
- Pepsi
- Pfizer
- Reebok
- REI
- LINFA
- Starbucks
- Unilever
- oDesk
- Verizon Communications
La risposta di Mark Zuckerberg
La pressione pubblica e il boicottaggio di Facebook hanno spinto Mark Zuckerberg a pubblicare una dichiarazione in cui promette di apportare una serie di politiche e cambiamenti concreti sulla piattaforma:
La politica pubblicitaria ora “vieterà le affermazioni secondo cui le persone di una razza, etnia, origine nazionale, appartenenza religiosa, casta, orientamento sessuale, identità di genere o stato di immigrazione specifici rappresentano una minaccia per la sicurezza fisica, la salute o la sopravvivenza degli altri”. Non solo, Zuckerberg ha promesso la rimozione di contenuti, indipendentemente dalla fonte, “nel caso in cui stabiliamo che i contenuti possono causare violenza o privare le persone del loro diritto di voto”.
Di seguito, Mark Zuckerberg approfondisce i cambiamenti di politica a seguito del boicottaggio Facebook:
https://www.facebook.com/zuck/videos/10112048862145471/